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Siamo così lontani, divisi, contrapposti per questioni ideologiche o di principio, schierati politicamente, tifosi con inconciliabili fedi calcistiche, religiosamente tiepidi nella prassi, ma pronti a combattere per una virgola che non ci va giù...
Siamo così lontani da Dio che può essere tranquillamente sostituito dal primo imbonitore convincente...
Siamo così lontani dagli altri: sospettosi, diffidenti, cinici al punto giusto, perché così ci dicono, va la vita...
Siamo così lontani anche da noi stessi e abbiamo frequentato un lungo isolamento senza concederci adeguati spazi di solitudine vera.
Siamo così lontani, ma Dio resiste e la sua è ancora una "vicinanza di sicurezza".
Dio non ha paura della folla che gli si accalca intorno e non rifiuta il contatto di chi, dal punto di vista della malattia, chiede guarigione.
Dio non ha paura di lasciarsi toccare, neanche dalla disperazione di una donna che furtivamente, reclama un po' di salute.
Dio non ha paura neanche di essere vicino a chi pronuncia la parola morte e continua a suggerire che la parola ultima è la vita.
E nel mantra di chi continua ad affermare la sicurezza della distanza sociale, almeno il dubbio che Dio possa aver ragione, talvolta viene anche a me.
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