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L’idea di poter fare a meno della fatica, di vivere tranquillamente senza incontrare mai ostacoli, di potersi circondare di un mare di gente pronta ad accoglierci e a dire ogni bene di noi è quanto di più distante ci possa essere da quanto suggerisce il Vangelo.
La superficialità di un successo che confonde il cammino verso Gerusalemme come una marcia trionfale è reale nel suo epilogo, ma la Risurrezione si raggiunge passando per la Passione e la Morte. Raccontare il mistero Pasquale tacendo o sminuendo gli aspetti che non incontrano il favore di questo mondo può essere una suggestione accattivante per incrementare i numeri, ma penalizza pesantemente la verità che dovremmo annunciare.
Gesù lo ripete più volte ai suoi discepoli e a quanti decidono di seguirlo: prendere la propria croce non è una scelta che si può evitare in alcun modo.
Chi desidera “vincere facile”, chi non mette mai in conto il rifiuto, lo scherno, l’insulto e anche la violenza di chi si oppone al Vangelo non sta ragionando realisticamente e cerca rifugio tra una delle tante favole di questa terra.
Chi non apprezza la difficoltà di una salita, potrà mai capire quanto è prezioso un bicchiere d’acqua?
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