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So che avete chiuso gli occhi in questo mondo, ma sono sicuro che ora sono aperti per sempre in quell’altrove eterno che appartiene a Dio e a quanti sono in comunione con Lui.
Il vostro respiro mi è ancora accanto e tutte le volte che mi ritrovo in compagnia di una solitudine benedetta e amichevole, intuisco la presenza delle vostre voci e mi ritrovo a dialogare oltre il tempo e lo spazio.
Quando sono stanco m’invitate a vivere sino in fondo la mia esperienza, quando sono triste avverto più di una carezza a rincuorarmi e quando sono arrabbiato, mi aiutate a relativizzare quanto accade nel gioco a lungo o breve termine dei giorni che trascorriamo su questa terra.
L’amore è un legame che s’interrompe solo quando perdiamo di vista la speranza e rinunciamo a renderlo ancora vivo e capace di agire con le nostre intenzioni, le nostre mani e il nostro cuore.
Il due novembre è il giorno in cui ho trovato mia madre immobile e priva di vita, ma ho ringraziato Dio per non averla fatta soffrire e per avermi regalato la quiete che mi permette di continuare a sentirla vicina e incredibilmente viva in ogni cosa che faccio.
Il due novembre è il giorno in cui mi ricordo con più forza che tutto quello che è stato affidato al Signore Gesù non può in alcun modo essere realmente perduto.
Il due novembre li sento tutti vicini e se passeggio per un cimitero, il pensiero non è quello della morte, ma della vita che attende il Suo ritorno.
Posso essere malinconico e nostalgico, ma non sono disperato, perché il vostro respiro mi raggiunge e mi regala l’intuizione della vita che non si vede…
Dio accolga tutti i nostri cari e doni a ognuno di noi la consolazione di poterli sentire accanto nell’attesa che Dio sia tutto in tutti.
Un abbraccio…
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