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Le beatitudini, sono percorsi per raggiungere una felicità a misura d’uomo, sentieri faticosi per imparare a distinguere lo sfavillio dei miraggi di cui si nutre questo mondo dalla luce autentica e strade che partono dall’esperienza dei nostri giorni per compiersi definitivamente in Dio.
Possiamo partire da una qualunque beatitudine e scoprire come essa ci conduca spontaneamente anche alle altre: la santità non è l’immobilità di un rifugio protetto, ma un lungo viaggio che accetta di misurarsi con la concretezza della vita.
La logica del superbo non si arresta di fronte ai deboli che incontra sulla strada e cerca di sopraffare in ogni modo chi non ha strumenti per difendersi. La mitezza prende a cuore la causa degli inermi e cerca di difenderli senza lasciarsi intimidire e senza perdere quella quiete interiore che sa controbattere lucidamente con argomenti puntuali e opportuni.
L’avido cerca in ogni modo di accumulare sostanze per il proprio personale benessere e mette da parte qualsiasi senso dell’equità e della giustizia in nome dei propri conti bancari. La mitezza non desidera quello che non gli appartiene e sta già ereditando il sale della terra per condividere i propri beni con chi è sprovvisto dell’essenziale.
Chi ignora l’empatia non vede le lacrime di chi gli passa accanto e non ha certo intenzione di intristirsi per questioni che non lo riguardano. La mitezza porta con sé un fazzoletto per asciugare gli occhi arrossati di chi sta soffrendo e perderebbe la propria serenità se non si fermasse ad ascoltare.
La mitezza non partecipa attivamente alle guerre e ai dissidi che inquinano il pianeta; non ragiona in bianco e nero, ma cerca di capire le ragioni di ambo le parti.
La mitezza sceglie di perdonare, perché l’odio e il risentimento sono cattive compagnie che mettono in subbuglio l’animo.
La mitezza ha il cuore puro e guarda verso l’Alto per non smettere di osservare ogni situazione da un punto di vista differente.
Nella povertà di Spirito che sempre l’accompagna può attraversare questi tempi di offese gratuite, insulti pesanti e violenza di ogni genere senza smarrire la gioia di chi ha vissuto pienamente il giorno che le è stato donato; e tanto può bastare.
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