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Leggo e rileggo la pagina del Vangelo di domenica prossima e non riesco a scrivere nulla…
Da un lato c’è una Parola che vola incredibilmente alto e dall’altro c’è la realtà disordinata di una storia che sembra suggerire l’esatto contrario.
Ci sono focolai di guerra che si moltiplicano e non hanno alcuna intenzione di risolversi in un qualsiasi accordo che restituisca pace agli oppressi.
Ci sono penne e voci che alimentano un clima di rifiuto nei confronti di una parte o dell’altra.
Geopolitica, clima, farmacologia, tutela della vita, nuovi diritti, elezioni regionali o europee; qualsiasi argomento di cui si parli, continua a dividere e suddividere, contrapporre e separare e a offrire un motivo in più per far crescere un sentimento di profonda e poco ragionevole inimicizia.
Siamo contro questo o quello e a favore non si sa bene di cosa…
Sentire una voce che t’invita a rimanere nell’amore sembra una barzelletta o una solenne presa in giro.
Ci sono cristiani sempre più separati e frange di cattolicesimo che lanciano anatemi e scomuniche contro chiunque differisca di una sola virgola da loro.
Un tempo avrei posto l’accento sul comandamento dell’amore oggi, mi rendo conto che l’osservanza dei singoli comandamenti potrebbe essere già un grande risultato. Perché l’amore talvolta ha bisogno di regole, di confini da rispettare e di punti fermi per ritrovare sé stesso.
Quando l’emotività è un ostacolo, quando i sentimenti non sono di grande aiuto, quando la carità fraterna è lontana; allora è necessario ripartire da una fede che abbia alcuni principi imprescindibili per evitare di divorarci reciprocamente. Con l’augurio che questa pagina invecchi velocemente e si possa tornare a respirare un’aria meno viziata e ostile.
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