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Scegliere il buio è una possibilità drammaticamente reale, una rinuncia esplicita alla luce, un arrendersi al male che ci portiamo dentro.
La cultura di morte che abita questo tempo malato non è solo un dato teorico, ma l’adesione e il tifo esercitato quotidianamente nei mille campi di battaglia che rendono insostenibile il peso di vite più contrapposte che condivise.
La fede che non si esprime con opere credibili e convincenti è solo una misera rappresentazione che confina la luce nello spazio di un teatro di buone intenzioni, ma rinuncia ad addentrarsi dove quello in cui si crede costa fatica, sacrificio e dolore.
Riconoscere la notte e mettersi in cammino verso l’alba è già un buon inizio per assumerci la responsabilità di una tenebra che è facile individuare sul volto del presunto nemico, ma che chiede il coraggio di essere riconosciuta nelle parole poco limpide che pronunciamo e nei gesti poco pacifici che talvolta ci sfuggono.
Fare verità in noi stessi è avvicinarci con fede autentica a Chi può rischiarare e riscattare i nostri giorni.
Come Nicodemo, possiamo attraversare il gioco delle ombre che ci disorientano e deporre le armi dell’eccessiva sicurezza e della presunzione di essere dalla parte giusta, per verificare serenamente se il nostro modo di agire sia davvero fedele a quanto ci suggerisce Gesù nel Vangelo.
Quando il buio è dentro quanto è importante continuare a essere consapevoli che la luce non è poi così distante dal desiderio di poterla ritrovare.
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