Siamo un po' tutti simili in quell'ultimo selfie e dopo tante differenze non c'è più alcuna traccia della vanità di quel tempo ormai definitivamente andato.
Fa bene riconoscersi in quella polvere e ricondurre i nostri passi dove ha origine ogni respiro che oggi ci permette di essere quello che siamo e domani, di ritrovarci dove alberga il soffio potente della vita che verrà.
Convertire le nostre immagini, gli scatti che ritraggono l'arroganza, la presunzione, le ostilità e le forme effimere del narcisismo in un sentiero di parole silenziose che riconoscono il limite e si affidano alla promessa di un oltre che rivela il mistero della Vita.
Credere che la Buona Notizia non sia solo un anestetico per affrontare i giorni che precedono quelle ceneri, ma un lungo viaggio in cui l'approdo è comunione eterna con colui che è risorto.
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