 |
La luce cresce, s’intensifica e si manifesta ancora una volta e mentre qualcuno ignora che è ancora tempo di Natale, la Chiesa celebra la festa del Battesimo di Gesù.
Gesù adulto sembra interessare un po’ meno: lontano dal contesto poetico di un presepe, quella Parola che lo Spirito attesta inizia a diventare un po’ troppo impegnativa.
Per quale motivo Dio sceglie un raduno di penitenti per rendersi visibile?
Perché ricevere un battesimo di conversione dai propri peccati in assenza dei medesimi?
Nel nostro immaginario Gerusalemme sarebbe stato un luogo più suggestivo e la presenza di scribi e dottori della legge avrebbe reso maggiore giustizia alla portata dell’evento.
Il ministero pubblico di Gesù ha inizio tra pubblicani e peccatori, lontano dal frastuono e dagli spintoni di chi avrebbe guadagnato i primi posti con l’astuzia o con la forza.
Gesù si rende visibile scegliendo la statura di chi riconosce il proprio errore, chinandosi per raggiungere i deboli e i fragili e ignorando l’umana etichetta che vede il più grande osservare dall’alto verso il basso chi è più piccolo.
La voce del Padre rivela sua identità e lo Spirito è su di lui: non è più tempo di aspettare qualcun altro, l’amato, il Figlio che può comunicare la volontà del Padre è parte della nostra storia che diventa prospettiva di salvezza e di redenzione.
Chi pensa di essere migliore, di appartenere a una casta di eletti, di non avere nulla da spartire con l’umanità delle periferie e dei sobborghi, non riuscirà mai a capire la solidarietà di un Dio che sceglie di camminare con la realtà e non con l’apparenza.
Per tutti gli altri è ancora luce e di domenica in domenica quella Parola è ancora una volta disponibile a colmare il peso delle nostre ombre e delle nostre tenebre.
|
|
|