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C’è tanta di quella luce per chi è stanco di guardare le proprie scarpe e non è che sia un’impresa provare ad alzare l’orizzonte del proprio sguardo. I piedi rigidamente piantati a terra garantiscono una stabilità apparente e se non ci muoviamo dal punto in cui siamo difficilmente correremo il rischio di cadere per terra.
C’è tanta di quella luce che passa inosservata sopra le nostre teste e avremmo paura di offendere il buio se mai decidessimo di andare a cercarla…
I potenti di questa terra amano la notte, le tenebre e l’oscurità: c’è forse un luogo più confortevole per chi desidera continuare i propri loschi traffici?
La luce potrebbe rivelare il vuoto delle loro parole, le finalità nascoste dei loro gesti e la mediocrità delle vite che attraversano i cieli tra un aeroplano e l’altro senza interrogarsi mai sul senso del viaggio.
C’è tanta di quella luce in una sola stella e non è che un riferimento, un indizio, un suggerimento per incamminarsi nella direzione della Sua origine.
Luce che a volte è così chiara e definita e talvolta scompare, quando entri in città e ti lasci catturare da misere riproduzioni artificiali che simulano cieli terreni accessibili con un po’ di contante o con una carta di credito.
Luce che non puoi raccontare a chiunque se non vuoi passare per folle o incappare in chi finge interesse e disponibilità, ma dentro di sé coltiva solo il desiderio di raggiungere un interruttore per poterla spegnere al suo nascere.
Luce impercettibile senza un po’ di buona volontà, luce che non si può manifestare se hai paura di amare e di lasciarti amare, luce che rende trasparente l’animo di chiunque decida d’intraprendere il proprio percorso senza dare retta a chi chiede credenziali di cui non c’è alcun bisogno.
Alzare lo sguardo e leggere quel messaggio che conduce in quel territorio in cui il Natale si manifesta e si rende visibile per tutti i popoli della terra.
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