Cesare e i suoi derivati… |
Un tempo Cesare era Cesare e potevi identificarlo senza troppi problemi. Certo, per alcuni era un invasore, ma sulla moneta era solito metterci la faccia e in ogni caso costruiva ponti e acquedotti che restavano in piedi anche dopo secoli di storia e strade che collegavano il mondo conosciuto.
Oggi Cesare si è moltiplicato senza misura e non è che sia così semplice ricordare i tratti del suo volto. Cesare è un presidente della repubblica, ma anche un presidente del consiglio, una comunità di stati, un’organizzazione mondiale, un patto tra diverse nazioni.
Cesare è un banchiere e un filantropo, una torre che certifica le informazioni, una corporazione di sorelle che decide o vorrebbe decidere qualsiasi cosa, anche quello che dovrebbe appartenere alla sfera privata e più intima.
Cesare ti suggerisce come costruire una casa, ma anche cosa devi mangiare e quello che dovresti pensare.
Per molti decenni ho concentrato la mia attenzione su quello che devo dare a Cesare, oggi, mi preme un po’ di più quello che dovrei dare a Dio. Ho il sospetto che voglia prendersi anche quella parte e forse non è un caso che il Cesare della scienza, anziché mostrare l’evidenza chieda l’assenso della mia fede.
Cesare che vorrebbe affidare all’intelligenza artificiale la riscrittura di una Bibbia al passo coi tempi del politicamente corretto.
Cesare che pensa di restaurare il paradiso affidando le consegne a un esercito di droni, miliardi di automobili elettriche e città da quindici minuti.
Cesare che gioca col cervello e sogna un’umanità cibernetica, perché trova allettante l’idea di sostituire lo spirito con una manciata di circuiti elettronici.
Cesare che non disdegna l’ipotesi di cancellare le culture e ha qualche problema con le festività natalizie o pasquali.
Cesare che quando si tratta di armi non vede mai alcun problema di sostenibilità e dimentica il verbo ecologico, perché la guerra resta un mercato che obbedisce ad altre leggi.
Ho un po’ di problemi con Cesare e con i suoi derivati altamente tossici. Penso che non sia poi così lontano il giorno in cui dovrò rendere l’anima a Dio e dopo aver pagato le tasse, ho una certa urgenza di leggermi dentro quello che non ho ancora dato a Dio.
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