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Mi stai chiedendo di amarti più di quanto io sappia fare con gli affetti più cari, con le persone che hanno lasciato l’impronta più profonda nel mio animo, con gli amici che sono rimasti accanto nei momenti più difficili… Sei forse un Dio narciso e geloso? Come puoi chiedermi un bene così totalizzante e assoluto? L’amore che conosco chiede sempre di essere riamato, solleva lo spirito e trova consolazione nella restituzione di quanto siamo capaci di dare.
L’amore di cui mi stai parlando è un passo oltre e non dipende in nessun caso dalla risposta altrui. L’amore che hai voluto insegnarci non viene meno quando incontra la mancanza di gratitudine e non rinuncia neanche di fronte al tradimento.
Scegliere di metterti al centro non riduce la portata dei nostri affetti, ma la moltiplica e la illumina di una luce che il vento e la notte non possono spegnere in alcun modo.
Se la misura dell’amore dipende dalla corrispondenza altrui, anche la persona che abbiamo amato di più può incontrare la nostra freddezza nel momento in cui non è nella condizione di restituire il nostro affetto.
Se l’amore per Te è autentico, dove il cuore si arrenderebbe, dove umanamente risulterebbe comprensibile la rinuncia, la verità della croce avrà comunque una parola e un gesto in più.
Amare Te sopra ogni cosa è ampliare l’orizzonte della nostra capacità di amare e di esprimere il bene; è riconoscerti in un volto sconosciuto che presenta i tratti della debolezza, della fragilità, della povertà e di ogni altro limite.
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