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Quante bandierine ucraine e quanti drappeggi russi in risposta...
Un vessillo blu con le stelline gialle o l’identità colorata delle singole nazioni?
Un simbolo di partito, una coalizione per la battaglia che tutto dovrebbe cambiare oppure l’altro, per affermare la fine di tutto in caso di vittoria da parte degli avversari.
La rivoluzione in formato tascabile, la transizione verde delle parole e degli alberi abbattuti per non perdersi l’evento musicale sulla spiaggia. La sanità dei futuri call center, le pillole del giorno prima (della malattia) e l’attesa di un’identità digitale per ricordarmi che esisto.
Le guerre combattute sui campi di battaglia, quelle raccontate un po’ come si vuole e quelle che albeggiano in zona social.
Le informazioni, i fatti ostili alla notizia, i censori televisivi a ballar sotto le stelle, le urla che ti piombano in casa dal vociare indifferenziato dei talk show, sempre pronti ad alimentare le nevrosi di chi si ricorda di essere vivo nella misura dei propri alterchi e litigi.
E per concludere, una pagina di Vangelo che ti lascia un po’ d’amaro in bocca e ti ricorda che neanche Gesù è venuto a portare la pace sulla terra.
La tentazione è quella di saltarla quella pagina, di non prenderla in considerazione, di andare alla ricerca di parole dolcificanti, con facili rassicurazioni e soluzioni semplici per anestetizzare l’inquietudine dello spirito.
Considerare che la vita possa avere anche un retrogusto amaro, una punta pronunciata d’acidità o un sapore non propriamente gradevole…
Immaginare che la spiritualità non sia solo una valigia per prendere le distanze dal profondo malessere che talvolta ci abita, non è esattamente quello che vorremmo.
Le divisioni esistono, le contrapposizioni, anche quelle familiari, sono reali e questi ultimi anni, le hanno rese più visibili di quanto non siano mai state.
Chi ha scelto di donare la vita, non lo ha fatto come se fosse una piacevole passeggiata su questa terra.
Le parole che ci ha consegnato non sono gli aforismi dei baci perugina o dei biscotti della fortuna.
C’è un battesimo che abbiamo ricevuto e una vita intera davanti, per comprenderne il senso.
Possiamo scegliere di schierarci dalla parte dei buoni o riconoscere che la guerra da risolvere è dentro: provare a combattere le nostre ombre è molto più difficile che far sventolare una delle tante bandierine.
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