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Tutto sembra uguale là fuori e, almeno in apparenza, anche io resto sempre lo stesso.
Osservo la calma del lago, le reti da pesca, la barca e mi racconto la vita di ieri.
Sulla mia carta d’identità c’è scritto “pescatore” e non posso che prendere il largo per trovare una conferma, un segno qualunque per ricongiungermi a quello che sono sempre stato.
Gli altri sono ancora con me, mi chiedo a cosa stiano pensando, se anche loro avvertano questa sensazione d’inadeguatezza, se nei loro sogni, ogni tanto, faccia capolino l’idea di un altro domani.
Tutto sembra uguale là fuori e tutto sta cambiando dentro, lentamente, senza improvvisi strattoni, ma posso ancora accontentarmi di un lago dopo aver accarezzato le acque del mare?
Posso ancora utilizzare la vita come un gioco da tavolo che ha un inizio e una fine, dei vincitori e dei vinti, quando l’ho vista ritornare e ho preso coscienza che non c’è scatola che la possa contenere?
Tutto sembra uguale là fuori, ma io desidero cambiare e non è cercandomi nel passato che mi posso ritrovare.
Sono quello che sono e Tu mi racconti che non ho ancora scoperto quel “di più” che potrebbe rivelarsi se smetto di dibattermi tra sensi di colpa e ansie inutili sul futuro.
Là dove considero il mio tradimento, Tu vedi solo un incidente di percorso che non pregiudica l’esito finale.
Là dove mi sono incagliato nella mia presunzione e nella mia arroganza, Tu vedi una fedeltà che non so neanche immaginare.
Un passo dopo l’altro, un giorno alla volta, quel che sembra impossibile alle nostre forze e alle nostre capacità, cresce e si realizza, quando mettiamo a tacere il limite e proviamo semplicemente ad amare.
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