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La logica del dono è del tutto assente in chi frequenta un po' troppo questa terra.
Se l'unico spazio conosciuto è il perimetro delle proprie azioni, il tempo si risolve calcolando i minuti e le ore che impieghiamo per andare da un posto all'altro.
Per chi risolve un viaggio in una serie di scatti fotografici è incomprensibile il percorso di un'anima: lo spirito si muove agevolmente quando la frenesia di dover andare altrove svanisce e l'essere in anticipo o in ritardo non ha più alcuna rilevanza.
La logica del dono, riesco a intuirla, quando celebro un'Eucaristia in cui sono realmente presente e mi accorgo di una Presenza che è più Reale di me stesso. In quel tempo che arresta i granelli della clessidra e in quello spazio che ti fa sentire ovunque, c'è il senso dell'appartenenza, la consapevolezza del limite, l'ascolto di una Parola che cura le ferite, il desiderio di essere parte dell'offerta e la gratitudine, per ogni singolo istante, di tutto ciò che è vita.
La logica del dono, ritorna poi, coi piedi sulla terra e diventa l'atto di condivisione di chi identifica nel più piccolo e nel più debole, il segno che rende visibile Dio nei giorni e nei tempi dell'uomo.
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