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Non se la passano bene i profeti e oggi come sempre, vengono canzonati e respinti, allontanati e zittiti, perseguitati e talvolta, uccisi. La colpa è un po’ loro che preparano le vie del Natale in un luogo ostile come il deserto e non hanno ancora capito che il loro messaggio avrebbe più fortuna in un centro commerciale.
I profeti continuano a credere che la Parola sia un mezzo efficace e non vogliono saperne di un video in cui si dimenano in improbabili balletti, mentre intonano la melodia di un Jingle, magari in salsa Trap.
I profeti sono scomodi e quando chiedi loro il prezzo per una serata, viene fuori quel caratteraccio che alza la voce e non risparmia sulle parole pesanti.
C’è la sabbia di un deserto scomodo e poco ragionevole per l’uomo di questo tempo che attende lo Spirito in pronta consegna, a casa sua, e sulle spalle di un rider che pedali al suo posto.
C’è la sabbia di chi ha il coraggio di verificare attentamente e di provare a distinguere il miraggio dal mondo reale.
C’è la verità che non sopporta la presenza dei troppi pennivendoli, sempre pronti a correggere il peso e il tiro di una Notizia per compiacere l’Erode di turno.
C’è la verità della gente comune che ha dentro quell’insopprimibile desiderio di provare a cambiare e non smette di sognare il volto di un uomo migliore.
Non hanno bisogno di tatuarsi una firma sulla pelle o sul vestito e non rivendicano il diritto alla moda, perché per quanto possano apparire poveri hanno le idee chiare sulla loro identità e sulla loro missione. E aprono bocca per ripetere quello che gli altri colpevolmente tacciono…
E sono pronti a farsi da parte, nel momento in cui quella Parola diventa carne sono già un passo indietro e nella totale incomprensione dei narcisisti d’ogni tempo, sanno che è giusto così.
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