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Per dare la morte non occorre poi tanta intelligenza o cultura: qualunque essere umano può insultare, ferire o uccidere senza troppi problemi. Ogni giorno racconta noiosamente di un Caino qualunque che con una pietra, un mitra o una bomba lascia un certo numero di Abele stesi a terra come nulla fosse. Nel regno degli uomini, con licenza, ma anche senza, mettere a tacere la vita di qualcun altro non è che una delle tante attività che riempiono i giorni e i regni degli uomini.
Dare la vita è tutta un’altra storia e non si risolve solo e unicamente con la nascita di nuovi esseri umani, anche se questa scelta è sempre un indispensabile punto di partenza.
Dare la vita è scegliere di sostenere il respiro del fratello, è offrire la possibilità di crescere, è aiutarlo a percorrere la propria strada e ancora, è farlo sentire parte di una realtà più grande che include e dona a ogni uomo fiducia, dignità e desiderio di andare oltre. E mentre gli idioti si danno appuntamento per bullizzare e opprimere la vita altrui, mentre fanno a gara per far sentire l’ebbrezza del loro potere malato, un Uomo resta in silenzio e ignorando le offese dei violenti, sceglie di rispondere a chi chiede e ha bisogno di una Parola che sappia dire ancora misericordia.
Nel regno degli uomini, la regalità continua a esprimersi con titoli, corone e abiti da cerimonia.
Nel regno di Dio, un Re si manifesta vivendo sino in fondo il proprio servizio agli uomini che gli sono stati affidati.
Dare la vita per gli altri è sempre privarsi di una parte della propria e, quell’Uomo appeso a una croce non risparmia neanche sull’ultimo respiro. Solo gli occhi di un malfattore pentito intuiscono e comprendono che le proprie colpe, per quanto possano essere grandi, si dissolvono di fronte a un amore infinitamente più grande. Tutto l’universo gli appartiene e per chi crede, quel seme caduto a terra è già un giardino.
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