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Qui non è possibile, tutti mi conoscono per quello che sono stato e hanno le stesse aspettative di sempre: non è colpa mia e neanche loro.
Qui non è possibile, perché sono il frutto di un albero a cui ricondurmi, una voce troppo abituale, un suono di cui conosci il timbro, una melodia abituale a cui non si fa più caso.
Qui non è possibile, perché il vestito avrà sempre lo stesso taglio e poco importa se il sarto dei giorni ti suggerisce un altro abito: sarai accettato se ti confermi e non capito, quando le tue parole smetteranno di essere quelle di sempre.
La profezia abita altrove e altrove non è necessariamente un posto differente: altrove è prima di tutto un movimento che avviene nella mente, nel cuore e nello spirito.
Uno spostamento dalla sicurezza che gli altri ti possono dare ogni volta che ti concedi all'immagine che hai scelto per loro, alla novità del futuro incerto che inizi a definire e tenti di spiegare.
La profezia abita i passi che devi ancora compiere, i luoghi che non hai mai visitato e le stagioni a cui hai rinunciato per paura di perderti e di non ritrovarti.
Qualcuno se ne andrà e altri sceglieranno di seguirti e di provare a capire qualcosa di più.
La fedeltà alla parola che ti è entrata dentro è molti più importante di quella che leggi per gli altri senza alcuna partecipazione.
La sincerità del verbo che risuona in quell'istante di solitudine, altrove, può trovare il coraggio e la fantasia di ricostruire il tuo presente.
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