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Non è solo un corpo indolenzito a reclamare una pausa, una sosta o un viaggio per riposare.
La "nuda vita" puoi ricaricarla stesa al sole, bagnarla nelle acque del mare o sdraiarla ai piedi di un albero, ma resta comunque spoglia se dimentichi di vestirla.
Puoi offrirle un green pass o un Martini, darle il via trascinandola in discoteca o imbottirla di pasticche per cercare l'entusiasmo che non c'è.
La "nuda vita" chiede nuovi abiti e non stiamo parlando di capi firmati, ma di respiri consapevoli.
C'è un deserto in cui è possibile ritrovarsi umani e non è quello delle città durante un lockdown, ma neanche un perimetro indeterminato di sabbia: nel primo alberga l'ansia e nel secondo risiedono i miraggi.
C'è un deserto in chi abbandona il villaggio turistico per addentrarsi nella solitudine del proprio parco interiore.
Non c'è bisogno d'isolarsi; quello lo abbiamo fatto anche troppo in questi mesi.
C'è bisogno di fare i conti con i propri fantasmi, di ristabilire un rapporto costruttivo con le proprie paure e di prendere a cuore quello spirito che a buona ragione si sente trascurato.
In solitudine e in disparte anche un filo d'erba può parlarti di Dio e il canto degli uccelli ricorda la voce degli angeli.
Se ti accontenti di preservare la "nuda vita" non riposerai affatto e quando cercherai un sogno ti ritroverai in un incubo.
La Vita ha bisogno di riposare con la cura di un campo che accoglie un seme.
La Vita necessita di esseri umani che ritrovino il coraggio di trasfigurarla.
Buon riposo e buona estate.
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