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Un segno tracciato velocemente all'ingresso in una chiesa o passando di fronte a un cimitero...
Un segno per allontanare il pericolo o per distanziarsi dalla cattiva sorte...
Un segno per chiedere una grazia o per affrontare l'incognita di una notte...
Un segno, un'abitudine, un movimento veloce di un braccio che traccia una croce sul proprio corpo, spesso, senza grande partecipazione.
Un segno che unisce cielo e terra e chiede silenzio, ascolto e un mondo interiore che non possiamo dare per scontato.
Un segno per ricordare che anche il nostro corpo è terra e tempio in cui Dio può trovare spazio e tempo.
Un segno per non dimenticare che non siamo orfani, che l'amore di un Padre non viene mai meno.
Un segno per fare memoria di quella fraternità che si è realizzata nella fragilità e nei limiti dell'umano orizzonte.
Un segno per dare voce a una presenza che abita in noi e suggerisce la consolazione di cui abbiamo bisogno.
Un segno per comunicare, per esprimere quel "di più" che solo Dio può comprendere sino in fondo.
Un segno consapevole di quell'amore unico e di quelle tre voci che fedelmente accompagnao i giorni della nostra storia.
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