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Non ho voglia di alzarmi...
Non ho voglia di prendere in mano questo giorno...
Non ho voglia di leggere né di studiare...
Non ho voglia di rivedere quel collega sul posto di lavoro...
Non ho voglia di chiedere scusa e neanche di perdonare...
Non ho voglia di ascoltare le solite chiacchiere sul tempo e sulla pioggia e nemmeno di concentrarmi su questioni più profonde...
Non ho voglia di prenderti sul serio e neanche di scherzare...
Non ho voglia di assumermi quella responsabilità, ma non voglio neanche delegare...
Non ho voglia di restare in silenzio e mi danno fastidio le parole...
Non ho voglia di fingere interesse e non ho voglia di approfondire la questione...
Non ho voglia di stare con me stesso e mi pesa frequentare chiunque incroci la mia strada...
Non ho voglia, ma non è poi così importante: se il bene che mi porto dentro sceglie comunque di non darsi assente, non è davvero così importante.
E mentre vado oltre e decido che esserci è l'unico modo che conosco per stare meglio, sono sorpreso dal malessere che mi abbandona e dal desiderio che riaffiora.
Non ho voglia è un peccato che mi perdoni continuamente, un residuo infantile che reclama una vita più facile e semplice.
Non ho voglia è una malattia da cui si può guarire un po' alla volta.
Quando accetti questo tempo per quello che è, quando partecipare è l'unica risorsa per ritrovare il tuo sorriso, quando alla fine del giorno sei stanco, ma soddisfatto, è così bello addormentarsi serenamente.
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