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È tempo di far festa. Non domani, non quando tutto finirà, ma proprio adesso.
È tempo di rispondere a chi respira paura e alienazione, con un sorriso che nessuna mascherina potrà mai spegnere.
Se il motivo è più profondo, anche gli occhi sanno sorridere e andare a cercare libertà in un pensiero, in una parola, in una danza che non è mai solitaria per chi porta dentro l'intuizione di un oltre.
L'universo dei troppi censori è limitato dalle apparenze, ma chi sente forte quell'invito alla gioia e alla serenità che viene da un Dio vicino, non si lascerà intimidire e bloccare dal pessimismo di chi vorrebbe fermare la vita in attesa di tempi migliori.
C'è chi vende apocalissi a domicilio, chi ha bisogno di dare voce in diretta alle proprie nevrosi e chi non rinuncia a credere che questa nostra storia possa insegnarci qualcosa d'importante.
Si può e si deve far festa, anche senza assembramenti, lasciandosi catturare dalle pagine di un libro o da una melodia capace di restituire il buonumore.
Si può e si deve far festa, imparando a distinguere le informazioni che aiutano a vivere da quelle che nascondono consigli per gli acquisti.
Si può e si deve far festa e rifiutare quell'invito che tocca le corde della nostra anima è privarsi di un futuro che si realizza in questo tempo presente.
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