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Non sono che un pedone folle e malato, uno psicolabile inadatto a qualunque gioco di potere e so bene, quanto risulti fastidioso un individuo con modeste ambizioni...
Signore, tu sai bene che non solo non desidero occupare i primi posti, ma quando posso, evito accuratamente di partecipare ai banchetti che contano.
In altri casi, mi diverto di più nelle ultime file, dove puoi essere semplicemente quello che sei e non prendere parte al vuoto dei discorsi di circostanza che pesano accuratamente la forma delle parole, senza considerare minimamente il loro contenuto.
Sono un pedone che non desidera un selfie con la finta regalità di questo mondo e, non sente il bisogno di rifugiarsi in una torre dorata per difendere quel che non ha.
Sono un pedone che non vuole neanche mettere la sella al cavallo, perché desidera ammirare la profonda bellezza della sua libertà.
Sono un pedone che detesta cordialmente le diagonali di un alfiere e la sua sete di conquista.
Sono un pedone che abita il transito di questa scacchiera e ama una casella dimenticata in cui abita un po' di silenzio, di quiete e di meraviglia.
Sono un pedone che tu hai creato, libero di muoversi con disinvoltura e di scoprire altre caselle invisibili in cui è possibile fare due chiacchiere con te.
Sono un pedone che vede la trama inesistente dei piccoli quadrati in cui scegliamo di realizzare schemi che producono solo desolazione e inquietudine.
Se mai un giorno mi chiedessi da fare un passo avanti, sappi che mi accontento di un prato, di un amico e di un buon caffè...
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