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È solo un bambino, ma dove state andando tutti quanti?
Non avete mai visto un bambino?
Vi rendete conto che questa storia recidiva del Natale è solo la storia di un altro bambino?
Un bambino? E non vi basta un fiocco di fronte alla porta d’ingresso, dovete per forza addobbare una città intera e fare la corsa degli acquisti al centro commerciale?
Un bambino, ma cosa ne sapete ancora di un bambino voi che sogghignate nella corsia di un ospedale e vi lamentate delle urla di una madre che piange per quel figlio senza più il dono di un respiro?
Riuscite a vedere in quell’uomo, privo di un tetto, che muore nel tentativo di scaldarsi, l’immagine sfuocata di chi un tempo è stato bambino?
Non è costruito con i lego quel muro che separa un bambino dagli altri bambini e non è solo un petardo quel rumore che da qualche parte nel mondo, accompagna i canti natalizi con le percussioni di una guerra che non conosce tregua.
Un bambino, se solo fossimo ancora capaci di essere la casa di quel bambino, se ci lasciassimo investire dall’umanità di un Dio che continua a chiedere a tutti noi un permesso di soggiorno per la nostra storia, se ci lasciassimo andare allo stupore e alla meraviglia del bambino che ci portiamo dentro…
Un bambino è quanto basta per dire Buon Natale, per risvegliare il sogno intorpidito di un uomo che abbia il coraggio di abitare il dono di una vita che troppo spesso, non va oltre il nastro e la carta di una bella confezione.
Un Bambino che possa restituirci le lacrime quando è tempo di piangere e il sorriso quando è ora di cantare.
Un Bambino senza etichette e codici a barre, un Bambino leggero e semplice come l’augurio di un Natale che non rinunci a cercare verità.
Con affetto,
Don Fabio
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