Chi si salva è perduto, perché nessuno può sperare di salvarsi da solo.
Non bastano le proprie capacità, non sono sufficienti i presunti meriti acquisiti o le onorificenze e i titoli di questa terra per giungere a salvezza.
Se quel Dio che si è fatto uomo invoca il Padre sulla croce e a lui si affida è, perché la nostra umanità ha bisogno di un cielo per risolvere la terra.
Se quell'uomo resta appeso all'albero e non concede effetti speciali è, perché la salvezza non è un prodigio per scatenare applausi, ma un dono che ha bisogno di essere creduto, accettato e accolto.
La regalità del Cristo rende possibile quel dono per tutti noi: qualcuno vorrebbe semplicemente uno scettro e una corona per risolvere un problema contingente, qualcun altro inizia a ad avvertire la necessità di un altro Regno e di un'altra storia.
Chi si lascia salvare può ritrovare se stesso e contemplare la misericordia di chi aggiunge la parola che manca, per ritrovarsi nell'abbraccio di Dio.
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