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Non ricordo il giorno, facendo due calcoli potrei riportare l’anno, ma sull’ora non ho il minimo dubbio…
L’ora in cui ho scelto di sperimentare di persona e ho accolto un invito importante, l’ora in cui ho deciso di andare a vedere di persona e l’ora in cui quello che mi era stato consegnato è diventato improvvisamente mio.
Era notturna l’ora in cui Samuele, ancora bambino, ha sentito una voce differente e si è ritrovato nella confusione di chi non è ancora abituato a sentire quello che l’orecchio non potrebbe sentire.
Era pomeriggio inoltrato quando i primi discepoli hanno deciso di scoprire il luogo in cui Gesù dimorava e hanno scelto di seguirlo.
C’è sempre un punto di partenza, un’ora in cui si è acceso il desiderio di non accontentarsi di un lavoro, di una casa o di una famiglia, ma di scoprire il senso e il significato più profondo delle nostre scelte.
Riportare alla mente e al cuore quel primo istante può aiutarci a comprendere dove ci troviamo adesso. In quel momento c’era già tutto e a distanza di tempo è possibile capire meglio le note a margine del nostro vissuto.
C’è chi desidera resettare tutto, cancellare il passato, riscrivere un presente senza alcuna storia.
C’è chi vive nell’imbarazzo di dover scegliere tra un mare di proposte accattivanti per dare inizio alla propria ricerca e rischia di non fare mai un passo per dare voce a un entusiasmo che si ferma ai posti di blocco. A chi è più giovane auguro di non restare a guardare, di non lasciare una qualunque scelta a un algoritmo e di decidere che è tempo di andare a vedere.
Quell’ora è così differente, così vera, così coinvolgente e basta qualche passo in più per ritrovarsi in un territorio inesplorato dove investire mente, intelletto, cuore, anima e spirito per Chi da sempre conosce il tuo nome e non smette mai di pronunciarlo.
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