I costruttori dell’antica torre non demordono, cambiano i materiali per il loro edificio, ma non rinunciano al desiderio d’imporre un’unica lingua per tutti i popoli. La storia deve azzerarsi, le filosofie devono tacere per sempre e le culture con le loro fastidiose tradizioni, devono accettare di non essere più utili al progresso dell’umanità. Siamo a pochi passi dall’edificazione di un dio terreno, moderno, tecnologico, cibernetico, farmaceutico e capace di rispondere a tutte le domande che non sappiamo neanche più porre.
Resto un uomo di fede e sono convinto che neanche questa versione dell’antico vitello d’oro riuscirà a restare in piedi e che lo Spirito continuerà a parlare con le sue incognite che ci riporteranno coi piedi per terra.
Lo Spirito che è Dio non opprime e cancella le differenze, le armonizza, le rende capaci di trovare i giusti canali di comunicazione e le restituisce alla gioia di un pluralismo che promuove e non sopprime.
Lingue, dialetti, musiche, danze, segni, immagini e tutte le vibrazioni possibili dell’unica Parola non sono ancora al capolinea di questo lungo viaggio e continueranno a dire e a gridare sopra i tetti quelle verità che non si possono tacere.
La Pentecoste è un divenire che non si può contenere, è ricchezza che conduce alla pienezza dell’essere umano e non c’è programma o applicazione che possa, anche solo vagamente, simulare tutte le informazioni che appartengono a Dio.
E in questo viaggio che ha come meta la pienezza della verità, tutte le lingue del mondo non sono un ostacolo, ma infiniti indizi per capire, comprendere, interiorizzare e finalmente, amare.
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