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Quando Dio tace è perché Babele non conosce un solo istante di silenzio: urla, strepita, sovrappone voci isteriche, confonde e si autocelebra nel pluralismo dei mezzi e nell'assenza di contenuti.
Quando Dio tace è per educazione: non ama interrompere l'essere umano, il suo rispetto per la libertà dell'uomo non viene meno neanche di fronte alle assurdità che siamo capaci di dire e di fare.
Quando Dio tace è perché sta cercando di capire quello che i poveri e i miseri cercano di tradurre in una semplice preghiera.
Quando Dio tace è perché siamo troppo lontani dall'idea di formulare una domanda e in balia dei nostri dogmi "usa e getta".
Quando Dio tace è perché con gli ipocriti non si può dialogare e non ne può più di chi lustra di etico quel che è solo pura convenienza e opportunismo.
Quando Dio tace è perché, almeno lui, sa offrire un tempo in cui svuotarci dalle nostre distrazioni per permetterci di ritornare all'essenziale.
Quando Dio tace è perché ci ha già lasciato un numero di parole sufficienti per capire.
Quando Dio tace è per misericordia, per non incorrere nell'ira di chi potrebbe cancellare in un solo momento, il delirio di chi desidera ucciderlo.
Quando Dio tace, quanto sarebbe onesto restare zitti, muti e attenti, per tentare di capire quello che solo il silenzio potrebbe dire.
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