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Le ultime luci del Natale non sono più quelle del presepe e passata la buriana delle feste, quando vengono meno gli addobbi e i lustrini, quando anche i buoni sentimenti vengono accomodati in uno scatolone, quel che resta è una Parola ormai adulta.
Se la Parola del Natale è cresciuta in questo tempo, c'è ancora spazio per riflettere e meditare, per accogliere quel Verbo fattosi carne e provare a seguirlo con più coraggio e decisione e per lasciargli la possibilità di dire qualcosa in più alla nostra vita.
Non sono "saldi di fine fede" quelli proposti dalla liturgia, ma momenti determinanti per chi non ha solo scelto di rispettare la forma e di obbedire a un precetto, ma di qualificare i propri giorni alla luce di un Dio che ancora si rivela.
L'amato cerca ancora casa e non desidera una prigione di mattoni, ma una comunità che scelga di ascoltare e di mettere in pratica il mistero dell'incontro tra Dio e l'uomo.
L'amato, amerà sino alla fine e donerà le sue parole, i suoi gesti, i suoi miracoli sino al dono della vita tutta intera.
L'epilogo del Natale non è meno importante del suo inizio e quello che per qualcuno è solo la conclusione di una festa, per altri, è un nuovo inizio.
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