 |
Tra una parola e l’altra sarebbe sempre necessaria una pausa, un attimo di silenzio e anche di più, se la parola è di quelle importanti. E se quel silenzio viene a mancare, se ripetutamente viene accorciato e ridimensionato, quello che resta è una società che moltiplica le parole, le enfatizza modulando la voce sui toni più acuti, ma non riesce a muoversi da una stagnante superficie…
Le parole si sovrappongono, si confondono e oltre a non capire più quello che gli altri stanno dicendo, non è che abbiamo un’idea chiara di quello che noi stessi stiamo pronunciando.
L’uomo dei sogni si ferma di fronte a una Parola e tace in attesa che qualcuno sveli il mistero che l’ha condotta sino al suo pensiero, alla sua anima e al suo cuore.
E mentre tutti sentono il bisogno di rendere pubblica qualsiasi informazione, mentre i più non distinguono quel che appartiene al pubblico e quel che dovrebbe restare privato, l’uomo dei sogni sceglie la categoria del segreto, del rispetto profondo per un contenuto che è più grande di lui e chiede tempo prima di essere raccontato.
Va a dormire sereno l’uomo dei sogni, non si ciba degli incubi che colmano la misura dei giorni di chi è abituato a vivere nella paura, nel rifiuto e nell’ostilità.
Va a dormire e sa ancora sognare, navigare nei dubbi e nelle perplessità sino a raggiungere un angolo di quiete in cui trovare le risposte di cui avrà bisogno al suo risveglio.
L’uomo dei sogni lo puoi leggere e interpretare, se fai pace coi punti di sospensione può davvero essere la pausa che permette alle parole di riposare, di prendere fiato e di risvegliarsi con un desiderio più vero e più vivo di comunicare.
|
|
|