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Talvolta vorrei entrare in una parola e la ripeto mentalmente, sino a quando smette di significare qualcosa e improvvisamente diventa estranea.
Torno a leggere quella parola, le restituisco il senso più comune con l'aiuto di un vocabolario e mi accorgo di come la semplice tessitura di lettere incrociate, diventi un termine diverso a seconda di chi la pronuncia.
Ci sono parole che muoiono all'alba: di sera sembrano così importanti e non reggono la luce del mattino.
Ci sono parole che si dimenticano in fretta; uno sguardo e via, perché il pensiero è già altrove.
Ci sono parole che si leggono bene in montagna e ti accorgi che sono vere, poi quando scendi a valle, il richiamo di un mercato qualunque le soffoca.
Ci sono parole che rimandi a domani e quando torni dove le hai incontrate, ti accorgi che qualcuno le ha portate via.
Ci sono parole che restano, che si allontanano un solo istante e subito dopo ritornano, parole in cui è bello lasciarsi andare sino a oscurarne il senso, per ritrovare in esse la freschezza di un contenuto che diventa nuovo. E quando queste Parole crescono, diventano maiuscole e non ne puoi più fare a meno.
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