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Non è di sola sabbia questo deserto innaturale che abita le chiese, in questi giorni difficili da interpretare.
Un giovane virus ci suggerisce di prendere le distanze, di restare a casa, di proteggerci e di aspettare pazientemente.
Chissà se domenica sarà possibile celebrare l'inizio posticipato di questa quaresima.
Non sarà comunque una domenica come le altre, in un caso come nel suo contrario, con ogni probabilità, daremo più valore a un momento che troppe volte viene dato per scontato.
Non siamo in grado di controllare la vita come spesso c'illudiamo di fare e tutte le nostre certezze, possono essere rimesse in questione in pochi giorni.
E ritrovarsi un po' più soli non è detto che sia un male, perché è comunque un'opportunità per rientrare in noi stessi e provare a chiederci dove vogliamo andare.
A volte è più semplice lasciare a Dio una parola in più, quando il silenzio smette di far rumore e ti ricordi quel desiderio di lasciarti incontrare.
Puoi fuggire alla prima tentazione, assaltare un centro commerciale per paura che ti manchi l'essenziale o continuare lungo il tuo deserto chiedendo un po' di quiete per non lasciarti ingannare.
Puoi scegliere di esibirti ancora una volta, postare una foto e illuderti di sentire il calore attraverso una delle tante simulazioni di vita, che invocano un "like" in più per esistere. Così come puoi andare oltre e portare nel tuo silenzio, la voce delle tante persone che ami.
Puoi svendere quello in cui credi e prostrarti all'idolo di turno, quello che promette facilmente e nel momento del bisogno scompare. O puoi ringraziare di tutto, anche di questo deserto che puoi semplicemente subire o indirizzare altrove, dove la tua libertà non è nell'evasione da questi giorni, ma nel trasformare in casa quel che appare una prigione.
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