Potrei anche nominarti una volta di più, lasciar andare il tuo nome, farne la solita canzone e abbandonarmi allo stucchevole gioco delle rime baciate...
Potrei dire quella parola di cui troppo si abusa, contare il numero degli spropositi a cui l'ho accostata, le troppe volte in cui l'apparenza e la superficie l'hanno mutata, in breve, nel suo contrario...
Potrei raccontarti come una favola, romanzare la mediocrità della mia inadeguatezza o lasciarti scivolare come se fossi solo un gioco di lenzuola.
Potrei, ma a pronunciarti troppo perdo il tuo significato e anche la mia preghiera risulta vuota.
Così, scelgo di continuare a cercarti, mi avventuro nelle storie che reclamano la tua presenza e mi chiedo se non sia più utile lasciarmi abbracciare dal silenzio e dalla quiete in cui nasce un bene più autentico.
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