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Ci sono settimane particolarmente difficili e la tentazione sarebbe quella di provare a raccontarle, ma non credo che nessuno abbia bisogno di una narrazione del buio che amplifichi ulteriormente la propria notte.
Il buio lo raccontano tutti, ma senza una luce che riscaldi e rassicuri, al limite, produce la magra consolazione del "mal comune mezzo gaudio".
Il vegliare al quale siamo chiamati non è l'insonnia che che mozza il repiro e resta inchiodata alle proprie paure.
Il vigilare nell'attesa del Signore è uno sguardo sereno che si allontana da ciò che intimorisce, e allunga il passo per lasciarsi raggiungere da una Parola che può raccontare un giorno diverso.
L'attesa di un Dio che si fa vicino è uno sguardo che si fa più sereno e impara a cogliere quel frammento di luce che non è così lontano da noi.
I discepoli del Battista hanno scelto di muoversi, di cercare un orizzonte che sapesse raccontare la speranza in modo comprensibile.
I discepoli di Gesù di ogni tempo e di ogni luogo di questo mondo, devono essere lo sguardo sereno che racconta la storia di una salvezza possibile e alla portata di ogni uomo e donna di buona volontà.
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