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Qualcuno ricorre a un’enciclopedia o si affida a un motore di ricerca per trovare le parole che affermano la propria ragione e perde le staffe nel momento in cui una persona semplice risponde con la nuda voce dell’esperienza.
La verità dei piccoli è sorprendente e ridicolizza l’inutile moltiplicazione delle parole con una semplice intuizione.
Gli uomini di legge osservano le regole per entrare in contatto con Dio, i piccoli lo fanno con una carica affettiva in più e dove gli altri trovano un giudice, loro incontrano un Padre.
Certo, non è detto che si sappiano sempre spiegare, ma quando non sanno tacciono e sono i loro gesti a parlare.
Ignorano i termini filosofici per illustrare la presenza reale di Dio nell’Eucaristia, ma non hanno troppi dubbi quando lo sentono vicino e disponibile, in una chiesa qualunque, dove un cero acceso illumina un altare. Quando la vita presenta un conto troppo salato, entrano in silenzio e chiedono forza e sostegno a chi li sta già aspettando e desidera che possano riposare.
Li ho visti anche negli anni scorsi, per nulla impauriti, andare alla ricerca di un portone aperto, chiedere gentilmente se celebri e se è possibile partecipare.
Li ho visti, mentre cercavano un po’ d’acqua benedetta nell’acquasantiera, li ho visti sorridere quando allungavo una mano e lasciavo andare un piccolo flacone che igienizzava l’anima e il cuore.
Li ho visti perdersi in una preghiera e nella volontà di rischiare per continuare a servire i più deboli che cercavano un pane.
Nel gioco dolce e nel carico leggero hanno trovato quella protezione che nessun uomo e nessuno stato ti possono mai dare.
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