Anche i ricchi piangeranno |
Lazzaro continua a piangere e ha più di un motivo per farlo.
Piange, perché ogni giorno è un’impresa mettere insieme il pranzo e, forse, la cena.
Piange per i suoi figli che non potranno permettersi un’adeguata istruzione.
Piange pensando a quell’esame medico che sarebbe opportuno fare oggi, ma il primo posto utile sembra essere tra un anno e mezzo.
Piange per un volontario a cui è scappata una brutta espressone razzista.
Piange, perché nessuno gli offre un lavoro retribuito dignitosamente, ma sono tutti disponibili a raccontarsi l’un l’altro che Lazzaro beve, si fa o passa la sua giornata steso sul divano.
Piange con un cubo sulle spalle, per soddisfare l’esigenza di chi non ha voglia di muoversi e gli farà notare di essere arrivato con cinque minuti di ritardo.
Piange in un mondo di ricchi che non ha più neanche un nome proprio.
Loro ce l’hanno fatta, loro hanno un nome che la società celebra in continuazione, loro pensano di poter essere al di là del bene che amano ignorare e del male che compiono trovando sempre una giustificazione che nel mondo delle parole regge perfettamente.
E quando, nel delirio di onnipotenza che li ha sempre accompagnati, penseranno di poter muovere Lazzaro anche nel Regno dei Cieli, dovranno farsi un’idea precisa di quello che sono realmente stati.
Anche i ricchi piangeranno, se non troveranno il tempo per accogliere e includere Lazzaro nei giorni trascorsi su questa terra, resterà un baratro, un vuoto profondo come la freddezza e il cinismo con cui hanno abusato di un fratello.
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