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Non è in quel paio di lenzuola disfatte e sudate dal desiderio di una notte…
Non è nell’emozione di un ritornello, uno di quelli che si ripetono sino alla noia per una sola stagione…
Non è in quella lunga lettera che, tra l’altro, non hai più tempo né voglia di scrivere…
Non è nell’esagerazione di un gesto che ha come unico fine la disperata ricerca del consenso…
Non è in quel “copia e incolla” che riproduce la carità come un quadro falso, del tutto privo di originalità e autenticità…
Non è nel principio da salvare, ignorando le troppe eccezioni che ne pagheranno le conseguenze…
Non è quando il contenuto che ti unisce ad alcuni è l’esclusione di quelli che diventano altri…
Non è neanche perdersi nella simulazione di un amore per Dio che diventa un ottimo piano di fuga, per evitare di considerare la realtà della pelle e della carne di chi ti sta accanto…
Non è nel lasciarsi divorare sino a perdere i confini della propria dignità e del proprio essere…
Non è nella sete di controllo delle vite di chi ha il tuo stesso diritto di scegliere e di commettere i propri errori…
Non è nelle ragioni costruite a tavolino per continuare ad accumulare quel che andrebbe distribuito…
Non è nell’ipocrisia dei troppi filantropi che desiderano prendere il posto di Dio…
Non è nella ripetizione ossessiva di quel nome e di quel verbo che si dicono tante di quelle volte, sino a perderne completamente il loro significato.
È tutto incredibilmente più semplice e noi siamo terribilmente complicati.
E forse, riusciamo ad avvicinarci, quando quella parola, quel gesto o quell’intenzione che noi abbiamo già dimenticato, vive ancora nel cuore di qualcun altro.
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