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Hai ricevuto il compito di dare un nome a ogni creatura di questa terra e hai fatto un po' di confusione: c'è una certa differenza tra l'essere responsabile e sentirti padrone.
Sei padrone di niente: puoi autocelebrarti nell'alto dei social e ricevere tutti gli "osanna" che vuoi in televisione, ma la realtà è nel limite e nella fragilità del corpo che indossi. Se davvero ti appartenesse, non dovrebbe far di conto con la polvere a cui ritorna e da cui proviene.
Sei padrone di niente, ma puoi essere responsabile di tutto quello che quotidianamente incontri.
Responsabile delle parole che pronunci e dell'effetto che hanno quando entrano in contatto con le voci degli uomini e delle donne con cui stabilisci una relazione.
Responsabile delle risorse di cui disponi: dei talenti che hai ricevuto e delle ricchezze che puoi aver ereditato.
Responsabile della cultura e delle informazioni che hai acquisito; del rispetto profondo per chi è più piccolo e povero di te o dell'umiliazione che hai riservato ai tuoi sottoposti.
Responsabile del creato che hai benedetto col tuo sguardo e col tuo impegno o che hai considerato un centro commerciale da cui portare via quanto è stato possibile.
Responsabile della verità dei tuoi sentimenti o della simulazione che ha scelto di svenderli al mercato.
Perché quando arriviamo ai titoli di coda, quando finisce il gioco delle transazioni, degli accrediti e degli estratti conto, il vero padrone della vigna non ti chiederà altro saldo se non la verità di quello che sei stato.
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