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Ci sono domande che non hanno bisogno di alcuna risposta e quesiti che si possono risolvere in più modi e conducono comunque allo stesso risultato. Domande che ti lasciano completamento libero di pensare qualsiasi soluzione e richieste che possono metterti in difficoltà, perché non si tratta semplicemente di rispondere correttamente, ma di rivelare quel che davvero pensi e credi.
Sul piano della fede, oggi, sembra che vada bene una qualunque considerazione, basta che sia sincera e spontanea.
Le risposte relative a chi sia Gesù tengono conto di quel che dice un qualunque video su YouTube, delle opinioni più diffuse nel mondo dei social, dell’ultimo libro del filosofo più di tendenza in salsa arcobaleno o delle esternazioni di chi pensa che dopo il concilio di Trento ci sia stato solo il nulla.
Gesù diventa l’amichetto del cuore o un alieno della quinta dimensione, un equivalente del Budda o un rivoluzionario caduto in disgrazia, un sobillatore vagamente anarchico o un uomo qualunque che si dilettava in piacevoli giochi di prestigio.
Va tutto bene o forse no, perché a mancare, spesso, è una risposta che si nutra della Parola di Dio e che consideri l’esistenza di una tradizione, di un magistero, di un minimo di catechesi.
Va tutto bene o forse no se la scelta di fede non giunge a maturazione, se si è fermata ai contenuti acquisiti da bambino e non desidera che i medesimi possano diventare adulti.
Va tutto bene o forse no se pur di raggiungere chiunque ci adeguiamo a qualunque cosa e non ci accorgiamo che Gesù è sempre meno il Cristo e sempre più qualsiasi altra affermazione.
Perché se non riconosco Gesù come il Cristo, se la sua divinità mi scandalizza e se quel che resta è una manciata di buoni sentimenti che cosa mai potrà voler dire essere cristiano e cattolico?
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