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Ho fatto pace col buio.
Quando mia madre ha chiuso gli occhi e salutato la terra ho fatto pace col buio.
Più che il dolore per la perdita ho sperimentato una presenza che neanche il suo muto respiro poteva interrompere.
Ho fatto pace col buio e ho iniziato a frequentarlo con una certa assiduità.
Non ho trovato traccia delle ombre che disegnavano mostri sulle pareti dell’infanzia.
Ho fatto pace col buio e atteso in sua compagnia la luce del mattino.
Ho fatto pace col buio e nel tracciare il segno di croce del risveglio ho toccato le corde dell’anima e chiesto luce per il mondo che abito. Mi sono lasciato condurre in quel luogo che dialoga con Dio e lontano dal traffico delle troppe voci, ho scelto di essere vigile e attento.
Il primo mattino è un tesoro da esplorare con calma, dedizione e desiderio.
Ho bisogno, soprattutto in questo tempo di Avvento, di leggere e ascoltare il dono di una Parola che mi sorprenda quando i miei pensieri sono ancora liberi dagli impegni e dalle scadenze del nuovo giorno.
Ho necessità di preparare con cura la celebrazione dell’Eucaristia di tutti i giorni, di non lasciarmi demoralizzare dai numeri della partecipazione e di vivere l’incontro con la passione, la morte e la risurrezione di Gesù con la convinzione profonda della sua Presenza quotidiana nelle nostre vite.
Ho fatto pace col buio e sono davvero contento di poter trascorrere alcune ore in sua compagnia; di considerare questo cammino che conduce al Natale un giorno alla volta, un attimo dopo l’altro, in quella veglia che diventa preghiera, silenzio e stupore per il dono di un nuovo giorno che non do mai per scontato.
Vi auguro di cuore di poter vivere la meraviglia di questo tempo che può e deve condurre la nostra fede nei luoghi inesplorati in cui apprendiamo l’arte di ascoltare la voce di un Dio che non tace.
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