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È breve il canto della morte e non è più tempo di consumarti nel lamento mentre osservi una vecchia fotografia su una lapide.
Segui il vento, scegli di correre e di seguire la Vita dove una lacrima si arrende al tuo sorriso e intuisce il respiro di un altrove che si avvicina e, almeno in qualche occasione, si lascia riconoscere.
Io sono la Pace che non rinuncia e non si arrende alla stupidità e all’egoismo di ogni guerra.
Io sono la Verità che non si lascia travolgere dalla velocità delle notizie che si sovrappongono e spesso, confondono.
Io sono la Vita che continua a chiamarti per nome e mentre ti perdi in un rimorso, in un senso di colpa o in una recriminazione, ti dico che sono ormai oltre e che la tua colpa è già stata pagata sino all’ultimo centesimo. L’ultima parola non è il peccato degli uomini, ma il perdono che restituisce dignità, forza, vigore e salvezza.
Io sono Vivo e abito il presente in cui vivi, non limitare l’azione dello spirito che è in te nell’ambito di un ricordo ormai lontano e nella paura che tutto abbia fine.
Io sono Risorto e il tuo cammino si compie dove la vita è più Vita di quanto tu non abbia mai sperimentato.
Non stai celebrando solo una ricorrenza, non disperderti in un augurio privo di convinzione e non confinarmi nelle abitudini di un giorno in rosso sul calendario. Prova ad abitarlo quell’augurio, come un vestito nuovo da indossare, come una stagione che non hai ancora vissuto o come un canto che trova le parole per esprimere la propria fede.
Buona Pasqua!
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