Ci si può perdere tra le tante immagini della regalità di questo mondo e non è raro che la mente attribuisca al bagliore e al luccichio delle cose che passano, la profondità e lo spessore di ciò che abita l'eterno.
Non è di questo mondo la sovranità di chi sceglie la coerenza e non espone il talloncino di un prezzo per mettere all'asta i propri pensieri.
Non è di questo mondo la statura di chi non rinuncia a frequentare il silenzio e la solitudine e ignora volutamente il vociare nevrotico di chi si affida ai mercati.
Non è di questo mondo la verità dei gesti che non cercano l'inquadratura di una telecamera o il perimetro di un selfie.
E le stagioni che passano dovrebbero almeno insegnarci che il bisogno di esibire, nasce, dove c'è la paura dell'essere.
E un inverno dopo l'altro, capisco qualcosa di più e contemplo quel mondo interiore che non rinuncia a credere in quell'abbraccio che racchiude i giorni e può mutarli in eterno.
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