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Sarà lo scudetto tanto agognato da ballare sino a tarda sera o il rito dell’apericena con un paio di bicchieri anestetici per arrivare a domani con la sensazione di stare un po’ meglio.
Sarà una delle tante transizioni in corso, il ponte che stiamo cercando, sarà un concerto allagato o il cappotto termico di un’abitazione che attende la piena carica di un’autovettura elettrica e fiammante.
Sarà la possibilità di poter acquistare un figlio tra le pagine di Amazon e di pagarlo in tre comode rate con la possibilità di restituirlo dopo una settimana?
Sarà solo una variante o un nuovo virus che dopo le profezie di uno dei troppi “filantropi” di questo mondo sceglierà le ali di un’aquila di mare o la fuga da un biolaboratorio nostrano per regalarci un altro balcone e un’altra canzone?
Sarà l’apocalisse di un solo istante o il triplice fischio che decreta la fine della penultima guerra?
Si potrebbe andare avanti o lasciare all’intelligenza artificiale il compito di prospettarci tutti i futuri complessi e possibili per il mondo di domani.
Si può anche scegliere diversamente ed evitare di vivere quotidianamente nella tormenta di quel che potrà accadere.
Si può credere a un futuro più semplice e non lasciarsi turbare dagli agitatori di terremoti e allagamenti di anime alla deriva.
Si può continuare a pensare che l’epilogo delle nostre storie appartenga a Dio e riconsiderare le parole di un libro che non è nato per riposare in una camera d’albergo o per prendere polvere su una bella e funzionale biblioteca.
Si può scegliere di prendere parte a un futuro che si raggiunge percorrendo una strada, a volte un po’ tortuosa, una verità non propriamente accomodante e una vita che ritrova sé stessa nei luoghi in cui lo spirito si accompagna alla presenza di un Dio che si esprime in tutta l’umanità che stiamo cercando.
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