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Potrei mettere a riposo i miei neuroni, dimenticare la fatica di andare a cercare pensieri e parole, i momenti di silenzio che talvolta inchiodano le mie dita sulla tastiera e affidare il titolo che ho scelto a uno dei siti di intelligenza artificiale disponibili in rete…
Potrei evitare di sfogliare immagini per completare questo scritto digitando semplicemente Van Gogh e la parola orfani e assistere al miracolo di un quadro che prende forma in pochi secondi e diventa l’immagine di cui ho bisogno: l’ho già fatto e nessuno se n’è accorto…
Potrei chiedere a Siri, ad Alexa o a Cortana una ricetta per risolvere il problema di cosa mangiare questa sera a cena…
Il problema è che mi sento ancora terribilmente umano e non sono per niente a mio agio con gli eccessi della tecnologia e con le simulazioni del mondo reale.
Non sono ancora pronto per accettare di essere orfano di un cielo in cui lo Spirito viene messo a tacere da chi pensa di poter sostituire in tutto e per tutto la presenza di Dio.
Credo ancora che il profeta e il poeta ricevano messaggi e informazioni che toccano la mente, il cuore e l’anima e possano dire quell’incognita che la terra, abbandonata a sé stessa, non sarà mai in grado di offrire.
Cerco, oggi più di ieri, i segni di una Vita che ha rivelato un oltre e in alcuni momenti mi ha permesso di sentire un disegno più grande, un’immagine più nitida e una fotografia più vera di un mondo che non si può conoscere con il solo uso dei sensi.
Non rinuncio ai miei silenzi, non considero tempo perso le mie preghiere e se a volte mi sono sentito solo tra la gente, sono ritornato in me stesso per riscoprire la gioia di una compagnia che restituisce fiducia, energia e coraggio.
Non è il cielo a lasciarci orfani, ma la perdita del senso dei nostri limiti è un’autostrada che promette l’infinito e conduce al niente.
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