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Ti ho chiesto asilo e mi sono rifugiato all’ombra della tua quiete, nei giorni in cui ascoltavo solo il bollettino della paura, l’almanacco delle inquietudini e il breviario dell’isolamento forzato; ho chiesto aiuto per continuare a pronunciare la mia fede senza lasciarmi travolgere da chi ha cercato di mettere il silenziatore alla voce dell’unico Dio. E anche oggi, quando viene sera o di primo mattino, rinuncio alla moltiplicazione delle mie parole, osservo l’orizzonte e attendo pazientemente il Tuo ritorno.
Tu che non smetti di essere realmente Padre di ogni uomo e non vendi al mercato i tuoi figli.
Tu che continui a essere Figlio e suggerisci un’umanità che si realizza apprendendo l’arte di essere uomini e donne, là dove altri s’illudono di diventare come Dio.
Tu che sei Spirito e rendi presente la memoria dei giorni in cui siamo stati visitati dal Verbo che da sempre pronunci.
Credo in Te e non m’inginocchio all’altare del vitello cibernetico e meta-umano che continuano a erigere senza sosta, sfruttando, opprimendo e annientando i desideri e le speranze dei più piccoli e dei più deboli.
Credo in Te e diffido della presunzione e dell’arroganza di chi si nutre della paura che quotidianamente trasmette e infonde a chi non ha strumenti per difendersi.
Credo in Te, unico Dio che sa dirsi nella perfezione di un’armonia in cui la voce del Figlio può rivelare il Padre e nello Spirito può essere percepita e vissuta ogni giorno.
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