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Disastro a Hollywood 
28/4/09, 10:13


Piacevole commedia di Barry Levinson, con un Robert De Niro che abbandona l'idiozia delle ultime apparizioni e diventa protagonista di un film che non è certo un capolavoro, ma è tutto sommato godibile. Il cinema che punta il dito contro se stesso, lo fa senza ferirsi più di tanto e con l'alibi del Signor Marketing che tutto decide e tutto dispone. Si sorride, ma è del tutto assente il coraggio di graffiare realmente un'industria che di coraggio ne ha ben poco. Senza dimenticare che ci sono fior di attori e di registi, capaci di raccontare storie di tutto rispetto e ogni tanto, sanno anche dire di no ai quintali di pellicola inutile in circolazione. Voglio dire Signor De Niro: Si può scegliere tra "C'era una volta in America" e "Ti presento i miei"...mi pare.


Disastro a Hollywood

Titolo originale: What Just Happened?
Nazione: U.S.A.
Anno: 2008
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 112'
Regia: Barry Levinson
Sito ufficiale: www.whatjusthappenedfilm.com

Cast: Robert De Niro, Bruce Willis, Stanley Tucci, John Turturro, Sean Penn, Robin Wright Penn, Kristen Stewart, Julia Frisoli, Catherine Keener, Michael Wincott, Ari Barak, Moon Bloodgood
Produzione: 2929 Productions, Art Linson Productions, Tribeca Productions
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Cannes 2008
17 Aprile 2009 (cinema)

Trama:
Nonostante Hollywood, abbia fatto la fortuna di molti personaggi, attori, registi, produttori e altri che lavorano nel mondo del cinema, gli ingranaggi che muovono questo grande carro cinematografico alcune volte rischiano di far sgretolare carriere, far cadere nell'oblio o costringere chi ci lavora a subire umiliazioni di ogni genere pur di rimanere in corsa e non perdere, come si suol dire, il "treno"... E' quello che cerca di evitare Ben (Robert De Niro), produttore cinematografico che in due settimane deve realizzare un film...


La Montagna Magica 
27/4/09, 18:59


Tornano le matite magiche di Jiro Taniguchi che raccontano e illustrano le pagine di un manga poetico e da leggere d'un fiato solo. Non ci sono robottoni, non c'è una società ipertecnologicizzata e non c'è traccia di violenza metropolitana.
Jiro Taniguchi sceglie ancora una volta la semplicità, la nostalgia e il magico paese dei bambini che tutto rende credibile e possibile. La natura, gli episodi della vita familiare, gli affetti più profondi: l'autore non ha bisogno di effetti speciali per raccontare un Giappone che diventa facile e accessibile anche per noi Europei. Rizzoli/Lizard pubblica questo volumetto arricchito da un'intervista con l'autore.

****

Matteo e gli altri 
27/4/09, 18:29


Chiude i battenti X Factor ed escono in contemporanea i mini-cd di Matteo Becucci, Jury, Noemi e naturalmente, dei Bastard son's of Dioniso. Vedremo presto se la Sony ha fatto un grande affare, di certo i singoli che hanno presentato sono di una banalità sconvolgente. I mini-cd, contengono alcune cover già presentate nel corso del programma e spesso, le canzoni sono, aloro volta, in formato ridotto.
Matteo si perde tra le note orecchiabili ma scontatissime di un amore "Impossibile" che cantato da un quasi 40enne, risulta poco incisivo e credibile.
Juri, non fa di meglio con la sua "Mi fai spaccare il mondo" che piacerà tanto alla Ventura ma è assai poco per uno che si presenta anche in veste d'autore. Tra le cover è presente un maltrattamento di Life on Mars...ma peggio di lui, ha fatto Enrico Ruggeri con la stessa canzone.
Anche Noemi regala solo "Briciole" di musica riciclata e riciclabile con il solito corredo di cover.
In ultimo, i Bastard presentano "L'amor carnale" una canzone inutile che farà breccia nel cuore di qualche ragazzina e alcune cover gradevoli. I mini cd costano 6.90 Euro...valgono anche meno.

Sounds of the universe 
27/4/09, 18:05


Non sono affatto così vecchi i Depeche Mode e men che meno anacronistici. Lo dimostrano ancora una volta con un album maturo e ricco di suoni che conquistano sin dai primi tentativi di ascolto.
Tredici canzoni dall'apparenza fragile che nascondono un'anima robusta e concedono solo una traccia, "Wrong", alla lingua attualmente cantata dalle radio. Sintetizzatori analogici e vecchi Moog sono miscelati alla perfezione e l'ascolto in cuffia, permette di scoprire numerosi e interessanti particolari che aggiungono valore a questo album curato alla perfezione.
Da non perdere.

In Chains
Hole To Feed
Wrong
Fragile Tension
Little Soul
In Sympathy
Peace
Come Back
Spacewalker
Perfect
Miles Away / The Truth Is
Jezebel
Corrupt


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Ombre Grigie 
27/4/09, 12:37


C'è un' America che si racconta rinunciando al contrasto elementare del bianco col nero, un'America che parla di se stessa senza distinguere buoni e cattivi e sceglie di concedersi l'ambiguità mutevole dei grigi. Crash, serie televisiva tratta dall'omonimo film di Paul Haggis, porta il cinema sul piccolo schermo e mette insieme frammenti di storie che si sfiorano, si accarezzano e si scontrano, senza riuscire a dire sino in fondo quel desiderio di contatto che ogni uomo si porta dentro. Lo stesso Haggis, dietro le quinte, sviluppa un racconto che diventa più amaro e acido del film originale. Dennis Hopper abbandonata definitivamente la motocicletta di Easy Ryder, viaggia in compagnia di mille pasticche e di altrettante nevrosi che incarna perfettamente nei panni di un produttore discografico sul viale del tramonto. C'è la polizia e ci sono i poliziotti di una Los Angeles che a tratti sembra ricordare la Gotham city di Bruce Wayne. Le debolezze e le fragilità umane vanno in scena e rinunciano a nutrire in qualunque modo quel che sopravvive del sogno Americano.
Analogo discorso, ma ricondotto tra le mura domestiche, è "United States of Tara", una serie televisiva che sta alla vecchia "Casa nella prateria" come Collodi ad Ammaniti.
Tara è una madre di famiglia in cui coesistono oltre a se stessa, un'adolescente priva di controllo, un camionista grezzo, una donna nevroticamente perfetta e un animale che segna il proprio territorio. Tara è un pretesto per raccontare alcuni personaggi di un'America alla ricerca di una via d'uscita da un malessere che diventa sempre più insostenibile. Da un lato la sua sofferenza di donna affetta da personalità multipla che muta se stessa per rispondere a ogni conflitto, dall'altro una disfunzionalità familiare che diventa icona della disfunzionalità di un intero paese.
Dopo la saga dei Fisher In "Six Feet Under" e la necessità di raccontare la morte per tornare a parlare di vita, ecco due serie che raccontano la velocità di una vita che vuole ritrovare il tempo del contatto e la volontà di ascoltare le voci che ci portiamo dentro per riscoprire come essere se stessi fuori.
Il tutto avviene con la sincerità disarmante di chi mette in scena la vita senza sentire il bisogno di censurare quel che risulta sconveniente.
E' ancora televisione? No, è cinema allo stato puro.




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