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Serie Tv - Arrested Development "Ti presento i miei" 
31/7/07, 10:12


Un'altra serie che in queste vacanze sto iniziando a seguire è "Arrested Development" trasmessa sul canale Fox di Sky Italia dall'estate 2005, e su Italia 1 e che conta ben 3 stagioni: divertente e si vede che dietro c'è la mano del produttore Ron Howard...

Interpreti e personaggi:

Jason Bateman (Michael Bluth), Portia de Rossi (Lindsay Bluth Fünke), Will Arnett (George "Gob" Bluth II), Michael Cera (George-Michael Bluth), Alia Shawkat (Mae "Maeby" Fünke), Jeffrey Tambor (George Bluth Sr.), Jessica Walter (Lucille Bluth), Ron Howard (Narratore), David Cross (Tobias Fünke), Tony Hale (Byron "Buster" Bluth)

Creatore:
Mitchell Hurwitz


Spunto:

Michael Bluth, unico elemento normale e sensato in una famiglia di folli, è costretto a fare ritorno a Orange County e prendere le redini dell’attività di famiglia, un’azienda che costruisce case prefabbricate, dopo che suo padre è stato arrestato con l’accusa di avere gestito in maniera eccessivamente disinvolta le finanze dell’azienda. Riunitosi alla sua famiglia, dovrà sopravvivere alle loro manipolazioni psicologiche.


La serie:

Ideata da Mitchell Hurwith (già autore per serie come The Ellen Show, 2001-2002, The John Larroquette Show, 1993-1996, e The Golden Girls, 1985-1992) e prodotta da Ron Howard, Arrested Development è una tra le migliori serie degli ultimi anni, amatissima e premiata dalla critica (due premi Emmy) ma punita da ascolti al di sotto delle aspettative, tanto da essere cancellata dalla Fox al termine della terza stagione.
La serie segue un filo logico continuo e narra del difficile ritorno in famiglia di Michael Bluth, vedovo e con figlio adolescente al seguito, per prendere il comando dell’azienda di famiglia dopo che suo padre è stato arrestato per la sua disinvoltura a livello finanziario. Da qui inizia una rapida discesa agli inferi in quanto l’intera famiglia fa capo alla matriarca Lucille, una donna manipolatrice, priva di affetto e avvezza al consumo di vodka sin dal primo mattino. Non le sono da meno i fratelli di Michael, che vivono con terrore il ridimensionamento che il fratello porta nelle loro disinvolte finanze. Apparentemente una causa persa in partenza, Michael dovrà contrastare ogni tipo di colpo basso inferto da suo padre, che dal carcere continua a usare gli altri figli contro di lui, e a scoprire i moltissimi segreti della sua famiglia.
È difficile, vedendo “Arrested Development”, non pensare a “Soap”, controversa sitcom andata in onda tra il 1977 e il 1981. Lì due famiglie, il tratto comune erano due sorelle, vivevano i loro contrasti quotidiani scivolando presto nel grottesco tra rapimenti da parte di alieni, sostituzioni di persona e ipotesi di cambiamenti di sesso. Qui il grottesco e fornito interamente dai membri della famiglia, tra figli manipolati dai genitori sin dalla prima infanzia, e genitori pronti a tutto pur di non perdere il loro prestigio sociale e soprattutto il loro benessere finanziario. Michael dovrà passarne di tutti i colori, suo padre viene anche accusato di avere venduto case in Irak e una foto che lo vede stringere la mano a Saddam Hussein non aiuta certo al sua difesa, tra presunte spie inglesi, colpi bassi di ogni genere e una famiglia foriera di sorprese a getto continuo.
Esempio di scrittura brillante e intelligente, Arrested Development non ha paura di scivolare spesso e volentieri nell’improbabile, la sua struttura glielo permette, offre una continuità nelle vicende che rende difficile seguirne in modo isolato gli episodi e ha un ritmo sostenuto. Girata spesso in esterni, le vicende sono narrate dal produttore Ron Howard.
Serie di culto, sostenuta da un pubblico fedele ma non sufficientemente numeroso da soddisfare la rete Fox, quando inizia a circolare la notizia della sua chiusura si inizia a parlare di un suo trasferimento sulla rete via cavo Showtime ma a tutt’oggi non se n’è fatto nulla. Il brillante finale della terza serie, pieno tra l’altro di riferimenti occulti alla cancellazione della serie e al suo trasferimento, pare comunque concludere l’intera vicenda lasciando poco spazio alla speranza di una sua ripresa.



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