17/1/08, 21:21

Riporto la notizia dal sito ufficiale della Regione Piemone:
Nell'ospedale Cardinal Massaia di Asti da qualche giorno vengono serviti cibi sani e gustosi, preparati con ingredienti prodotti localmente seguendo i "principi" di Slow Food, che ha collaborato al progetto fortemente voluto dalla Asl AT. Filiera corta, rispetto della stagionalità, biologico, tracciabilità e risparmio energetico sono i punti principali del progetto.
"Abbiamo visto che durante i primi giorni di degenza - commenta il direttore generale Luigi Robino - i pazienti mangiano poco e male perché il cibo non è buono. Questo peggiora le loro condizioni fisiche proprio in un momento difficile, quando hanno bisogno di avere l'organismo al massimo dell'efficienza, e porta a un allungamento dei tempi di degenza. La gente quindi sta peggio, rimane più tempo in ospedale e ci costa anche di più. Per evitare tutto ciò la cucina deve essere al top, cioè con un buon gusto e ottime caratteristiche energetiche".
Nei primi giorni sono stati serviti piatti come ossobuco, flan di cavolfiori con la bagna cauda, pasta trafilata al bronzo: piatti inconsueti per un ospedale, che vengono invece cucinati nella stessa mensa e dagli stessi cuochi dipendenti dell'azienda. I 1500 pasti giornalieri sono preparati solo con verdure fresche fornite dagli ortolani dell'Astigiano, carni selezionate di pura razza piemontese che arrivano dalla valle Bormida, formaggi dop come le robiola di Roccaverano e Cocconato, i latticini della Latteria Agricola del Pianalto, i polli di Tonco, solo per citare alcuni prodotti. Ma è anche una scelta che prevede riso Carnaroli, pasta di Gragnano, olio ligure e le arance di Ciaculli, provenienti dalle terre di "Libera" confiscate alla mafia.
La novità pare essere molto apprezzata da degenti e dipendenti e i costi della nuova cucina sono contenuti: si risparmia, ad esempio, non differenziando più i pasti tra degenti e dipendenti.
Lo slogan scelto dall'Asl di Asti per riassumere il progetto "La nutrizione fa parte della terapia del paziente" risponde anche all'altra esigenza che tutti abbiamo quando consumiamo un pasto: la convivialità. Per questo si cerca sia di sensibilizzare il paziente sull'importanza della qualità del cibo, sia di creare le condizioni adatte per fare del pasto un momento da vivere insieme.
Papix
19/1/08, 15:59
Lodevole iniziativa...avrà anche un seguito? 
21/1/08, 09:41
...di solito in ospedale l'unica cosa decente sono purè e budino al cioccolato, ricordo i giorni in cui ero ricoverata, a parte i primi in cui era proprio impossibile dal lato puramente pratico far passare qualcosa dall'esofago, poi mi sono sempre arrangiata, magari unendo il piatto di riso in bianco alle verdure bollite, giusto per dare un po' di sapore...ma è anche vero che dopo 2 settimane di ospedale avevo perso un bel po' di chiletti 
beh buono a sapersi nel caso mi toccasse di nuovo la degenza ad asti...(naturalmente facciamo le corna!)