12/7/07, 10:31

Prendi un album del 1973, Berlin (mai eseguito integralmente dal vivo) e una storia che sa d'amore, di libertà, di droga e decadenza, metti alle tue spalle alcuni contributi visivi. Aggiungi ancora un coro di ragazzine dalle voci notevoli, una piccola sezione di fiati e di archi e la band tradizionale, una corista superlativa e infine, metti ancora Lou Reed al centro e lo spettacolo è assicurato. Incanta, diverte e dimostra che i suoi 65 anni sono ancora capaci di dialogare con la musica Rock...l'ex leader dei Velvet Underground è all'altezza della situazione, regge due ore di palco come se nulla fosse. E' vero, in alcuni casi il supporto orchestrale gli garantisce il respiro di lunghi finali ma, la sua voce non perde nulla in termini di profondità e regala emozioni difficili da raccontare.
Ti aspetti di vedere una coda di 40/60enni acciaccati e fuori uso e trovi, al contrario, una marea di ragazzini che saltano urlanti e vanno in delirio quando nei bis partono le note di Sweet Jane.
Conoscono le parole delle sue canzoni e manifestano entusiasmo per un'artista che ha l'età dei loro nonni. Noi, che abbiamo qualche anno in più, manteniamo un atteggiamento più composto, almeno per dieci minuti, poi, le gambe vanno da sole e diventa impossibile non entrare in quel coro.
Non è solo nostalgia del tempo che fu, è il presente e c'è ancora spazio per il talento di un'artista che riscrive una vecchia storia con nuovi arrangiamenti e un pubblico assai giovane che ha ancora voglia di ascoltarla.




