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Un tempo per cambiare (3) 
giovedì, 4 ottobre, 2012, 11:10


Resto sullo stesso pensiero e non importa se il mondo va avanti, se non è più tempo di fermarsi in uno stesso posto, con la medesima voce o con le parole che appartengono al giorno ch'è andato.
C'è un calendario che scorre anonimamente e consuma l'apparenza della novità e, una meridiana interiore che può decidere il peso e la profondità di un istante ripetuto sino a quando l'accordo desidera risuonare per contemplare l'eterno, l'infinito e l'assoluto.
C'è un mondo che cambia confezione e resta identico a quello precedente e un universo che muta ed evolve senza concedere nulla alle esigenze del mercato.
Si può scegliere, si deve scegliere e non è fantasia l'alternativa all'involucro che non si accontenta di abitare una bella casa vuota, ma prende in seria considerazione la qualità e il senso delle relazioni.
Mille contatti non valgono una sola amicizia e cento visite a una pagina non significano niente quando nessuno bussa più alla tua porta.
Sono stanco di confondere la condivisione di una fotografia o di parole che qualcun altro ha scritto al posto mio, con il calore di una tazzina di caffè presa in compagnia di un respiro e di un pensiero che distinguono ancora il pubblico dal privato.
Sono stanco di leggere e scrivere fragili sensazioni che si pronunciano con la profondità usa e getta degli aforismi di un cioccolatino.
Voglio leggere con più calma un libro e smettere di divorare le pagine per arrivare all'epilogo, vorrei ascoltare con più partecipazione una canzone datata e rivedere con maggiore attenzione un film di cui mi è sfuggito qualcosa d'importante.
Desidero contemplare la lentezza di una chiocciola e portarmi sempre addosso la mia casa.
C'è un tempo che deve semplicemente trascorrere e un tempo che deve fare una sosta per concedersi il lusso di restare.
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Un tempo per cambiare (2) 
mercoledì, 3 ottobre, 2012, 08:28


Non è obbligatorio timbrare il cartellino delle attese che gli altri hanno nei tuoi confronti: a volte è necessario deludere e andare avanti per la propria strada per evitare di alimentare un'immagine distorta di sé stessi.
La fedeltà alla propria storia e ai propri sogni non è compatibile con la ricerca del consenso a tutti i costi.
Il primato del rapporto con Dio non è un valore che si può mettere in saldo per qualche applauso in più e per inseguire un successo tanto pericoloso quanto deleterio.
Ci condanniamo reciprocamente a essere quello che non siamo per paura di essere soli. Ci ritroviamo a recitare una parte che trasforma la vita in un palcoscenico che osserva con sospetto e diffidenza chi osa rispondere con la naturalezza dei suoi gesti e delle sue parole.
La sicurezza che crediamo di ottenere in cambio è del tutto inconsistente e risuona di un vuoto che può diventare insopportabile.
Non so bene dove sto andando; so che ho bisogno di una vita più vera e ci sono situazioni di solitudine che devo imparare a vivere con maggiore serenità e con le pause e i silenzi che troppo spesso mi sono negato.
La responsabilità dei doni ricevuti mi attrae e seduce: il mondo che ho visto e conosciuto sino a oggi, non è che una piccola parte di quel regno infinito in cui c'è la luce e la pace dei momenti più belli e intensi che ho vissuto.
A volte il vento fa il proprio giro e ritorna là dov'è partito, a volte è necessario che assuma il coraggio di soffiare l'esistenza di un altrove.
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Un tempo per cambiare 
martedì, 2 ottobre, 2012, 16:59


C'è un tempo per cambiare e, se avverti dentro di te questa necessità, non è il caso di rimandare a domani quel che puoi tranquillamente fare oggi.
Non esiste un tempo favorevole, un momento opportuno, una situazione che offra le garanzie e le sicurezze che stai aspettando: esiste solo adesso e, qualunque sia il futuro che sogni e desideri, non potrà mai essere tale evitando la fatica del momento presente.
Non sei ancora stanco di ripetere le battute di un copione che definisce un personaggio e mette a tacere la verità di ogni singola persona?
C'è un tempo per cambiare e sai benissimo che tra un rinvio o una pausa di riflessione per decidere meglio, puoi solo continuare a copiare e incollare lo stesso dato memorizzato.
Non so bene quel che pensi tu, ma io vorrei costruire il mio altrove e ho scelto il mio primo passo abbandonando le pagine di una piazza virtuale in cui si è liberi di scrivere "mi piace" o di "taggare" una presenza su una fotografia, ma non di pensare, riflettere e dare un minimo di peso e di corpo all'esercito dei contatti che riempie pagine e pagine di vuoti a perdere.
E' solo un primo passo, ma da qualche parte bisogna pur iniziare: ho nostalgia delle persone reali, delle piazze e dei bar, dei cortili e delle strade di un tempo neanche troppo lontano.
Ho creduto di poter usare la tecnologia per comunicare e oggi mi accorgo che è lei a utilizzare me per imprigionarmi in una sequenza di pixel e numeri che mi portano lontano dal silenzio e dalla verità dell'incontro.
Scriverò ancora su questa pagina perché è rivolta a persone concrete e reali e non ha la presunzione di sostituire una stretta di mano, un abbraccio o una discussione.
C'è un tempo per cambiare e già me lo sento addosso, come una carezza sul fare della sera, un alito di vento che mi spinge dove si può comunque tentare l'impresa di provare ad essere nient'altro che se stessi.
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En passant 
sabato, 8 settembre, 2012, 12:47


Di passaggio, ma con un po' di tempo a disposizione, come quell'estate del 1997 a Digione, in vacanza per una settimana intera, da solo, ma non per troppo. Se chiudo gli occhi per qualche istante, sono seduto di fronte alla cattedrale con un Kyr tra le mani e Pierre a parlarmi del concerto di campane che si terrà la sera successiva.
Se provo ad ascoltare, sorrido divertito da quel gioco di campanari che si susseguono e propongono le loro melodie in quel teatro gotico che si affaccia sulla piazza.
Cammino a lungo in quelle mattine di sole e raggiungo l'orto botanico e il giardino, scopro il primo negozio della Fnac e decido di entrare.
Ci sono tantissime copie di un cd in lancio promozionale, Jean Jacques Goldman è l'autore, En passant, il titolo di quelle canzoni che scorrono, una dopo l'altra, nel mio lettore cd di ieri o nell'iPhone, proprio adesso.
Provo ancora le stesse emozioni mentre una traccia sfuma e l'altra comincia: chi avrebbe detto che un pugno di canzoni potessero avere una vita così lunga, almeno in me.
Quindici anni dopo, provo ancora un grande affetto per quelle melodie che riportano alla mente le fotografie che ho scattato con la mia memoria interna.
Quindici anni dopo so ancora riconoscere e assoparare il vino impreziosito dal cassis, l'amicizia di Pierre, l'assiette di formaggi locali e una tavola di persone, incredibilmente diverse, messe a tavola da quello che alcuni vogliono chiamare caso o destino.
En passant, ci si ritrova o si sceglie d'essere soli e di passaggio, si torna ad essere insieme.
"Mia bella, un giorno partiremo e nessuna ombra velerà più i nostri sogni..." così canta ancora Jean Jacques e, così canto anch'io quel tempo che talvolta perdiamo per il puro gusto di poterlo ritrovare, integro, intatto, quasi eterno.
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Anfetamine per bambini... 
lunedì, 3 settembre, 2012, 10:34


Prendiamo sempre il meglio dalla società americana e non vogliamo certo perderci l'opportunità di un'anfetamina capace di risolvere il deficit di attenzione da parte dei bambini.
I bambini iperattivi sono malati e vanno curati!
Se qualcuno spaccia anfetamine di fronte a una scuola, giustamente, lo arrestiamo, però se te la prescrive il medico il discorso cambia e pensiamo che sia per il bene del bambino. Certamente è un bene per la nota casa farmaceutica che la produce: i soldi non puzzano mai.
Io iniziarei a curare il deficit di attenzione della società adulta nei confronti dei bambini, ma temo che non sarà sufficiente l'uso di un'anfetamina.
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