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Io ricordo... 
venerdì, 29 agosto, 2014, 09:28


Io ricordo altre connessioni; quelle che univano la mente al cuore, il pensiero alla ragione, i piedi alla terra.
Io ricordo il cinguettio degli uccelli e contemplo ancora il mistero delle ali distese che suggerivano un'idea di libertà così lontana dall'ostentazione pubblica di quello che, meglio sarebbe, se restasse privato.
Io ricordo una piazza in cui era lecito incontrarsi senza chiamare in causa il resto del mondo, dimenticando le persone che in un preciso istante sono con noi.
Io ricordo le pagine dei libri e il profumo della carta nei lunghi pomeriggi in una biblioteca e non provo la stessa vertigine quando allungo l'indice e incontro la freddezza di uno schermo.
Io ricordo un televisore che si accendeva a determinate ore e restava muto per buona parte del giorno, ricordo una televisione con meno canali e più contenuti, ricordo un solo apparecchio per ogni comunità familiare.
Io ricordo le pagine di un quotidiano che distingueva la cronaca dal gossip, la notizia dall'opinione, la politica dallo sport.
Io ricordo bambini che potevano giocare anche senza una società sportiva, per il puro divertimento di trascorrere ore e ore con i propri amici.
Io ricordo le fontane che placavano la sete più di quanto non riescano a fare i quintali di lattine colme di inutili zuccheri, coloranti e addittivi.
Io ricordo un secolo che non c'è più e sono sempre meno interessato a quello presente...
Cerco di usare con moderazione quanto mi offre la tecnologia del momento e sono consapevole che quegli stessi oggetti in più di una circostanza abbiano migliorato le nostre vite. Nello stesso tempo, mi rendo conto di dover mettere un freno a quelle facilitazioni che troppo spesso, trasmutano il mio essere persona in un banale consumatore.
Non voglio rinuciare a correre su un prato e non ho bisogno di telefonare a chi vedrò tra dieci minuti.
Posso trattenere un pensiero, metterlo in attesa, provare a vedere se domani avrò ancora lo stesso desiderio di condividerlo.
Perché in ultima istanza, non sono uno smarthphone o un televisore il vero problema, ma la libertà di poter scegliere quando, se e per quale motivo risulta opportuno farne a meno.
1 commento ( 448 visite )

Via da Facebook (e da tutto il resto) 
mercoledì, 27 agosto, 2014, 10:28


Non è stato così difficile abbandonare Facebook...
L'ultima goccia, quella che ha fatto tracimare l'acqua dalla bacinella, era prigioniera di un cubetto di ghiaccio esibizionista e ridanciano che tra una "nomination" e l'altra rilanciava l'eterno gioco dell'apparire, anche se va detto che si trattava di beneficenza o di qualcosa di simile.
Non è stato così difficile abbandonare l'esercito dei "mi piace" e dei "condivido". Il bagno di folla virtuale da tempo mi accendeva l'uggia e una strana sensazione di solitudine e vuoto navigava tra bufale razziste, atrocità di ogni genere e specie e, talvolta, qualche messaggio degno di nota. Troppo poco per giustificare la mia presenza, per leggere un libro in meno in favore di una sterile polemica di più.
Virtualmente parlando, desidero essere asociale, un orso che ritorna nella sua tana e accoglie amicizie con un presupposto minimo di rispondenza nel mondo reale.
Sono un uomo di mezza età e desidero sperimentare qualcosa di vero prima di congedarmi da questa terra: il silenzio di un vecchio pino marittimo mi reclama e non voglio sottrarre il mio sguardo dal mistero di un prato popolato da insetti variopinti e rapidi accelerazioni di lucertole.
Ho voglia di vivere, ma lontano dai grandi fratelli che gestiscono emozioni suggerendo il consumo di qualsiasi cosa.
E se qualcuno non capisce, non ha importanza: io ballo comunque, anche da solo.

Io guardo gli alberi... 
martedì, 15 ottobre, 2013, 11:55


Guardo gli alberi
non parlo di te,
non lo faccio più...
Ti dimentico
non scrivo il tuo nome
evito con cura
l'odio e il disprezzo,
guardo gli alberi
imparo ogni giorno
quel silenzio dignitoso
che mette pace e quiete.
Guardo gli alberi
prego insieme a loro
sino a vedere il pugno
liberarsi in carezza...
Non sono il tuo giudice
non sono il tuo boia
neanche il tuo funerale...
Guardo gli alberi
apprendo ogni notte
la muta compassione.
Non copio e non incollo,
ti lascio andare
sconfitto dalla storia
a far di conto con le ombre.
Io guardo gli alberi
scelgo di amare
volo a quote più alte
accolgo ogni respiro
abbraccio la vita
e già non ci sei più.
2 commenti ( 2316 visite )

Ti sono vicino... 
mercoledì, 9 ottobre, 2013, 18:30


Ti sono vicino,
senza troppe parole
provo a esserti accanto,
perché i silenzi
non sono meno importanti
e non è salutare la fretta
di colmare la misura
tra il pensiero e la voce.
Ti sono vicino,
privo di luoghi comuni
cerco di farti spazio,
perché le pause
non sono solo assenza,
a volte è bene aspettare
trattenere una parola
lasciar andare un gesto.


Numeri da ricordare 
giovedì, 3 ottobre, 2013, 11:22


Se faccio scorrere i contatti della mia rubrica da buon Italiano finisco col leggere mamma, papà e un buon numero di amici a cui ho dato appuntamento nei pressi di un’ altrove che continuo a credere. Sempre più spesso scivola una lacrima, ma è colma di un grazie a cui non saprei rinunciare.
Leggere un numero e soprattutto, il nome che lo accompagna, è ricondurre al momento presente la propria storia e quella di chi ci è stato accanto.
Il cuore può scegliere di sopravvivere dimenticando o maturare una maggiore consapevolezza del proprio respiro e ricordare la meraviglia degli attimi che dentro di noi sono presenti in un solo istante.
Sono spesso a contatto con persone che devono elaborare un lutto: non sarebbe onesto da parte mia, cercare di essere vicino a loro senza fare lo sforzo onesto di accogliere la vita sino in fondo, anche quando pronuncia la parola dolore, malattia o morte.
Quei numeri, sono dati quantistici che riportano alla memoria tutta l’energia che ci ha fatto sentire insieme, che continua a unirci e che viaggia nella direzione della compassione autentica. Continuerò a leggerli, a pronunciarli col loro nome, a piangere lacrime che diventano più leggere nel sentire che l’eterno ci abita accanto.


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